I LUOGHI DELLA FORMAZIONE
Riteniamo che la formazione e l’attivazione del Sé non possano avvenire in luoghi senza anima.
Questi devono offrire caratteristiche adeguate a stimolare l’incontro con la natura, l’integrazione con la totalità, favorire l’evocazione, trasformare il ricordo del passato in una nuova possibilità di affrontare il mondo attraverso la trasformazione dell’esperienza in narrazione; un uomo maturo racconta il suo passato, non si lamenta del suo passato, lo accetta e lo trasforma in risorsa e potenzialità. Non conta quello che gli altri ci hanno fatto, quanto quello che noi ne faremo di ‘quello che gli altri ci hanno fatto’. Questa radicale strutturazione del campo è lo scopo del progetto formativo. Noi vogliamo che l’esperienza stessa della formazione, nella quale comprendiamo anche il lavoro terapeutico individuale e di gruppo, divenga lo scopo principale dell’intera operazione formativa.
Vogliamo, in altri termini, creare una piccola città dell’uomo, poco entusiasti delle scoperte di operazioni culturali quali la creazione di città della scienza. Per noi la scienza fa parte dell’uomo e riteniamo che una pallina colorata che vince la forza di gravità, o un topo terrorizzato dall’ansia della scoperta del ricercatore, non potranno mai sostituirsi ai sentimenti sottili che nascono dall’assistere a un’alba o a un tramonto; restiamo più ammirati dal senso di angoscia che coglie un uomo nel guardare il cielo stellato o una luna che si riflette nell’acqua del lago o il suono della risacca che evoca la pulsazione dell’Universo, piuttosto che i miracoli di una macchina che “vola a 300 all’ora”.
Riteniamo che l’energia negativa che si concentra nei grandi agglomerati urbani non favorisca un contatto profondo col Sé e certamente non aiuti a sviluppare i livelli di percezione sensoriale che sono alla base della conoscenza della realtà. Esperienze quali la contemplazione, la meditazione, l’estensione dei confini di contatto con la realtà non sono compatibili con le riunioni in piccole scatole di cemento che chiamiamo scuole di formazione. Per aiutare un paziente alienato, è necessario che noi siamo almeno un poco meno alienati di lui. Imparare a percepire i messaggi, i suoni della natura, il silenzio che diventa vibrazione, sviluppare le capacità di percepire il risveglio o la morte della vita nell’avvicendarsi delle stagioni, ad esempio, vuol dire imparare, a partire da una scoperta interna, oltre la intellettualizzazione e la concettualizzazione, l’essenza del ciclo della vita. Un luogo dell’anima non può assomigliare ad un’istituzione totale e neanche ai fetidi luoghi dove abbiamo imparato i primi elementi di comunicazione, cioè le scuole concepite a misura delle prigioni con insegnanti competitivi e dispensatori di malessere e alienazione attraverso il meccanismo odioso del premio e della punizione, che, come sostiene Spinoza nella sua ‘Etica’, predispongono a sviluppare avidità e rancore, o l’induzione dello sforzo fine a sé stesso come valore, che non insegna ad usare limiti ed ostacoli bensì ad eliminarli, quindi a ritardare quella ristrutturazione del campo di cui parlano i terapeuti della Gestalt. Questi insegnanti coerenti con i luoghi nei quali avviene un’offerta didattica volta a rafforzare l’alienazione, nascondono la realtà di un’offerta avara, sciatta ed ostile che predispone relazioni mediate ed in autentiche chiamate adattive, ma che con un linguaggio più diretto e più schietto possiamo chiamare educazione al conformismo. E’ per queste considerazioni che invitiamo tutti quelli che vorranno intendere la psicoterapia come un’esperienza di ristrutturazione della personalità a privilegiare il potenziamento della creatività rispetto all’apprendimento delle tecniche stesse che non potranno mai sostituire l’esperienza unica e diretta che richiede un campo adeguato, coerente con le premesse e gli ambiti stessi della formazione. Vogliamo sostituire agli stanzoni o stanzette di squallidi condomini o spazi contenuti da barriere architettoniche, una struttura di fascino estremo, inserita in un paesaggio incantevole ed una forma organizzativa da college, una comunità che per un breve periodo della vita possa costituire un modello di socializzazione.
I luoghi che abbiamo scelto non hanno niente di grandioso, ma respirano l’aria della semplicità che è tipica delle relazioni autentiche.
TAURASI
Nella campagna irpina, in un luogo particolarmente vocato alla coltivazione dell’uva e alla produzione del vino aglianico, si arriva dopo aver attraversato una curva a gomito che introduce un profondo dosso fatto di sterrato il pietroso. Qui la strada si biforca. A destra un piccolo sentiero conduce ad un vigneto che si affaccia sul ruscello che si riempie si svuota nell’estate torride dei nostri anni.
L’altra strada, a sinistra, arriva direttamente ad una casa-fattoria intorno alla quale un spazio sempre pronto ad accogliere nelle sere d’estate la danza è la festa.
Tutto quello che qui è stato costruito da Nico che ci vive ormai da anni intendo coltivare viti e produrre vino. Un vino da sballo, corposo e profumato, pronto per accompagnare deliziose carni alla brace in attesa dell’immancabile agnello e di quel formaggio di pastori montanari di Grecia.
Nico è un mago architetto greco che crea costantemente rapporti e sapori, ragnatele di musiche greche che hanno la proprietà di sostenere il tutto stimolando quelle relazioni di contatti e intimità consapevoli tra coppie, gruppo e se stessi. Il tutto sotto il cielo stellato, lo stesso che da tempo immemorabile scruta e abbraccia il Mediterraneo ed assiste al travaso di quella cultura greca che è il fondamento della nostra stessa conoscenza occidentale.
Qui le stelle che lampeggiano nella volta celeste sono protagoniste, mute spettatrici del dolore e della gioia dell’uomo, infine dell’intera sua vicenda esistenziale.
La sera, quando il vino si è insinuato nella profondità dell’anima ed i sapori rimandano quel raro sentimento di appagamento destinato a durare un tempo fuggente, i partecipanti si accorgono dello spirito dei luoghi e del gruppo è diventato unico nell’esperienza di un’antica unità perduta. La condivisione, la solidarietà, il senso dell’essere appartenenti ad un destino comune non saranno soltanto pensieri, ma pura esperienza e coincideranno con gli scopi stessi della psicologia dell’essere. Ora l’odore degli aromi che provengono dalla terra intorno, il rosmarino, timo, la maggiorana, l’alloro, il basilico, annunciano il tempo dell’utopia e della speranza. Adesso e possibile rivolgere gli occhi al cielo e scoprire che le stelle sono più vicine.
Tramonti, albe, notti animate dalla immensità del cielo stellato favoriscono quell’incontro con il sè che è alla base della formazione che intendiamo offrire.
I prodotti della terra ottenuti con metodi biologici, la coltivazione dell’olivo, della vite e dei limoni, consente un lavoro formativo all’aperto immerso nella macchia mediterranea tra gli odori del rosmarino, del mirto e del ginepro.
MASSA LUBRENSE – VILLA ANGELINA
Il luogo che abbiamo scelto domina l’incantevole promontorio che dall’ultimo lembo della penisola sorrentina si protende nel mare. Il luogo, librato fra terra e mare, richiama le dimensioni definite dell’infinito ed in una sintesi di Golfo (Napoli), montagna (Fatto), isola (Ischia), promontorio (Miseno), isola (Capri) e vulcano (Vesuvio) evoca l’ambigua natura dell’abbraccio (nutre e trattiene),l’ascesi (crescita e desiderio di unità), il distacco dalla madre, la sfida agli dei, il mondo delle illusioni e la forza distruttiva della terra che diventa fuoco.
L’edificio vittoriano che ospiterà parte degli incontri residenziali, composto da circa 50 ettari, dispone di spazi adeguati alla nostra formazione.
Tra opere d’arte, piante tropicali, oggetti di ceramiche di Vietri ed antiche testimonianze di epoca romana, il luogo respira la bellezza del mare che si fonde con il profumo delle zagare.
La struttura dell’agriturismo annesso E degli antichi casali restaurati ed adibiti a confortevoli alloggi di gruppo, immersi nel verde, con ingressi indipendenti e giardini privati, consentono un ulteriore arricchimento di possibilità di socializzare e consentono quelle attività fisiche (danza, arti marziali, massaggio), feste, rituali legati ai momenti significativi della vita della piccola comunità che desideriamo con questo progetto fondare e alimentare.